Mamma innamorata della sua bambina, ma anche del marito. Vegetariana, ma non mangio solo insalate. Cervellotica, ma posso ridere delle più piccole banalità. Disoccupata, ma lavoro anche senza stipendio.


7 novembre 2013

La malattia negli occhi di chi guarda

A inizio estate ci siamo trasferiti nella casa nuova e quasi tutti i mobili li abbiamo presi nello stesso negozio. Finchè non abbiamo pagato, tutti servizievoli e disponibilissimi ma una volta saldato riuscire a parlare con qualcuno è diventata un' impresa. Avevamo da fare ancora un paio di modifiche a un armadio, cose per poche centinaia di euro e riuscire ad avere quello che volevamo (4 scaffali) è stato un calvario.
Non ho più avuto a che fare con chi ha gestito tutti i precedenti ordini ma con una signora che sentivo solo telefonicamente, alla fine per quelle quattro assi ci è voluto più tempo e appuntamenti saltati che per l' intera cucina e camera da letto.
Finalmente parlando con una terza impiegata scopro che avevano già tutto in magazzino da ben prima dell' estate, ormai la mia pazienza è al limite e decido di andare a prendere tutto direttamente in negozio; ma prima di andarmene vorrei avere anche il preventivo per una cabina armadio che aspettavo da giugno e quindi dopo una lunghissima attesa, nonostante avessi appuntamento, entro a conoscere la voce che avevo solo sentito al telefono.

E mi accoglie una signora con gli occhi grigi e luminosi, un coloratissimo foulard in testa e il volto gonfio per le inequivocabili conseguenze della chemio.
E niente.
Tutta la mia arrabbiatura sparisce e mi trovo quasi a pensare che dovrei scusarmi per le nostre conversazioni telefoniche e per aver insistito per avere quello che mi spettava.
Ovviamente non lo faccio, e lei capisce che il motivo della mia irritazione che si sgonfia è tutto in quel foulard.
Le sorrido e al momento del congedo le dico che spero che sia lei a seguire tutti i prossimi lavori che stiamo per fare, capisce di nuovo cosa intendo e sorride di nuovo.

Se una persona che incrocia casualmente la mia vita ha un potente raffreddore, o una vistosa fasciatura non ho problemi o pudori a commentare e chiedere come si sente. Ma a chi va' in giro con un enorme didascalia che urla "CANCRO" cosa vuoi chiedere? Io ho ancora le ferite aperte per aver perso qualcuno, mangiato vivo da questa cosa orribile. Ogni informazione che arrivava era un passo che la avvicinava al baratro.

E allora non ho più il coraggio di chiedere niente.

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